Piccoli borghi affacciati sul mare, vivaci casupole costruite una sull’altra, nugoli di colore lungo la costa mediterranea: le Cinque Terre sono una delle meraviglie d’Italia. I cinque paesini arroccati sulla roccia lungo la costa rendono il paesaggio unico e incredibilmente bello, ma anche estremamente delicato: per questo ho deciso di visitarle in modo sostenibile, ovvero a piedi e con il trenino. Tre giorni sono più che sufficienti per vedere i borghi e la natura circostante, fare belle passeggiate e godersi i panorami: ecco il mio itinerario di trekking alle Cinque Terre.
Per camminare alle Cinque Terre ho deciso di fare base a Levanto, un bel borgo antico che ha molto da offrire, oltre ad una fantastica spiaggia di sabbia fine. Le mura medievali, la Chiesa di Sant’Andrea ed il Castello sono solo tre delle attrazioni della cittadina, che racchiude un centro storico curato. Nei ristoranti locali si possono assaggiare prelibati piatti di pesce fresco, mentre i forni e le panetterie dei vicoli sfornano fragranti focacce a tutte le ore. Levanto è considerata la porta d’ingresso per visitare le Cinque Terre, perché da qui partono i battelli ed il treno ma anche spettacolari sentieri panoramici a picco sul mare. Noi pernottiamo a Villa Clelia, una bella casa ligure costruita all’interno delle mura della darsena medievale.
Prima di partire per le Cinque Terre vale la pena di pianificare il proprio itinerario, anche se si prevede di fare semplicemente escursioni a piedi, per valutare l’acquisto della Cinque Terre Card: la tessera permette di utilizzare il treno e gli autobus in ogni borgo, l’accesso al Sentiero Azzurro e l’ingresso gratuito ad alcuni musei sul territorio del Parco Nazionale delle Cinque Terre. In questo modo diventa pratico ed economico muoversi all’interno del Parco, e se l’itinerario diventa impegnativo si possono utilizzare i mezzi pubblici. Con il mio itinerario ho utilizzato la Cinque Terre Card solo il secondo giorno, acquistando nel primo e terzo giorno solo i singoli biglietti del treno, che costano 4 € a viaggio, indipendentemente dalla destinazione.
Primo giorno: da Monterosso a Vernazza
Il primo giorno di trekking alle Cinque Terre è soft: la mattina se ne va rapidamente tra l’arrivo a Levanto ed un giro in centro storico. Dopo uno spuntino a base di ottima focaccia ligure appena sfornata, si parte dalla stazione dei treni di Levanto in direzione Monterosso, il primo dei cinque borghi. In una manciata di minuti si arriva a destinazione: Monterosso è la più grande delle Cinque Terre ed è il paese del poeta Eugenio Montale, che qui trascorse la sua infanzia e molte estati da adulto. Monterosso è diviso tra città nuova e città vecchia, con i suoi caruggi, la Torre Aurora nel centro medievale e le spiagge sabbiose.
Dal centro si sale in direzione del Santuario di Nostra Signora di Soviore, il Santuario mariano più antico della Liguria, arrivando in poco meno di un’ora a 466 m.s.l.m. Da qui si procede verso Vernazza: prima di scendere nel cuore del borgo incontriamo lungo l’itinerario un altro santuario, quello di Reggio, immerso nella natura della collina sopra la cittadina.
Vernazza è un borgo coloratissimo, un insieme di logge, viuzze, porticati e portali. Arroccata sulle pendici di uno sperone roccioso, Vernazza è protetta dal Torrione e dal castello dei Doria, oltre che misticamente dalla chiesa gotico-ligure di Santa Margherita d’Antiochia, costruita su una roccia a picco sul mare. Il suo dedalo di vicoli stretti e ripidi terminano in una piazzetta affacciata sul mare: è qui, proprio di fronte al porticciolo, che alla sera si può ammirare il sole tuffarsi nell’acqua e scomparire all’orizzonte, sorseggiando una birra e gustando un buon fritto misto di pesce.
Secondo giorno: da Riomaggiore a Vernazza, passando per Manarola e Corniglia
Il secondo giorno prevede un trekking medio, di circa 3-4 ore. Constatato che passeggiare lungo la costa da sud verso nord regala panorami mozzafiato, decidiamo di viaggiare con la Cinque Terre Card fino a Riomaggiore e risalire a piedi fino a Vernazza. Le case di Riomaggiore si arrampicano sui gradoni del borgo come piccole torri, quasi alla ricerca di un panorama più ampio. Nella parte alta del centro storico si trova la chiesa di San Giovanni Battista, l’oratorio dei Disciplinati ed i resti del castello del XV/XVI secolo.
Purtroppo la panoramica Via dell’Amore che collega Riomaggiore a Manarola è ancora chiusa, così riprendiamo il treno. Manarola accoglie i suoi visitatori in una piazzetta da cui si può ammirare la strada che scende a mare, la cosiddetta via di Mezzo. Nella parte più alta del borgo si trova la piazza con la gotica chiesa di San Lorenzo, l’oratorio del Disciplinati e la torre campanaria. Sulle pendici della collina sopra Manarola è allestito un magico presepe luminoso, alimentato ad energia solare, che in inverno dona al borgo un’atmosfera unica e particolare.
Anche il tratto di sentiero panoramico tra Manarola e Corniglia è ancora chiuso per manutenzione, per cui imbocchiamo il sentiero alto, risalendo le pendici della collina. Il dislivello è significativo, ma in meno di un’ora si raggiunge la borgata collinare di Volastra ed il santuario di Nostra Madonna della Salute, risalente al XII secolo. L’itinerario verso Corniglia prosegue tra muretti a secco e vigneti a picco sul mare, con panorami che ripagano ogni fatica. Il Parco Nazionale delle Cinque Terre è detto anche “Parco dell’Uomo“, perché è stato proprio l’uomo a creare il paesaggio che lo caratterizza e che ha fatto sì che questo territorio diventasse Patrimonio Mondiale dell’Umanità . Le modifiche apportate all’ambiente naturale per poter lavorare il terreno hanno creato nel tempo un paesaggio unico al mondo, con strisce di terra coltivate ad ulivi e a viti e sorrette da circa settemila chilometri di muretti a secco, quasi quanto la Muraglia Cinese.
Dopo un’altra oretta di cammino, Corniglia appare all’orizzonte. Corniglia è l’unica delle Cinque Terre a non avere un porto: è infatti arroccata su un promontorio roccioso a picco sul mare, dal quale si possono ammirare tutti gli altri quattro borghi delle Cinque Terre. Per raggiungere il centro del borgo si sale la caratteristica “Lardarina”, una lunga scalinata di mattoni formata da 33 rampe e 377 gradini, oppure la strada che dalla ferrovia porta in paese. In centro si trovano la chiesa gotico-ligure di San Pietro ed i ruderi di una rocca risalente al 1556, posta su una rupe a strapiombo sul mare.
Dopo un giro a zonzo nel borgo ed un buon gelato artigianale al basilico e limone, si riprende a camminare in direzione Vernazza, che raggiungiamo in un’altra ora di trekking tranquillo lungo il bellissimo Sentiero Azzurro (a pagamento, ma incluso nella Cinque Terre Card).
Terzo giorno: da Riomaggiore a Porto Venere
Il tempo per visitare le Cinque Terre a piedi ci avanza, quindi il terzo giorno è dedicato alla scoperta di un altro bellissimo sentiero che da Riomaggiore, il borgo più a sud, prosegue verso Porto Venere, raggiungibile in 4-5 ore di cammino. Il primo tratto sale fino al Santuario di Nostra Signora di Montenero e procede verso il Telegrafo. Noi seguiamo la strada principale, chiediamo indicazioni, consultiamo la mappa, ammiriamo il panorama. Saliamo i pendii, attraversiamo la pineta a metà tra La Spezia e Porto Venere, impuntiamo i piedi sulla parete del Muzzerone. Poco prima di raggiungere Porto Venere scopriamo un rifugio meraviglioso, il Rifugio Muzzerone, dove mangiamo di gusto i piatti tipici del territorio, respirando aria buona su una terrazza a picco sul mare. Da li in appena un quarto d’ora siamo nel centro di Porto Venere, naso all’insù, per ammirare la Chiesa di San Lorenzo ed il Castello Doria, oltre all’orizzonte che scompare tra il cielo ed il limite del mare.
Alle 17 rientriamo in battello a Levanto, gustandoci le Cinque Terre ancora da un altro punto di vista. Questi borghi affacciati sul mare sono piccoli scrigni di storia che dobbiamo visitare in maniera consapevole e sostenibile, per mantenerli intatti anche per le generazioni future. Camminare su sentieri meno battuti, utilizzare i mezzi alternativi all’auto e perdersi nei meravigliosi vicoli dei centri storici può essere sicuramente un buon punto di partenza.
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Complimenti: un bellissimo articolo che mette in luce uno dei luoghi più belli del nostro meraviglioso Paese 🙂
Ti ringrazio, Giovanni! Le Cinque Terre sono uno dei gioielli d’Italia, da preservare al meglio 😉
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