“Al andar se bace el camino
se bace el camino al andar”
È questo il titolo originale del libro “Patagonia Express” di Luis Sepúlveda, che secondo me è decisamente più adatto della versione tradotta, perché trasmette la sensazione delle emozioni di ogni nuovo incontro lungo il percorso: “È camminando che si fa il cammino“.
Ed è in ogni capitolo di questo libretto fatto di appunti su una Moleskine che rivedo il Cile vissuto ad agosto: i territori di Chiloè, la frenesia della capitale Santiago e la potenza della Natura del Deserto di Atacama, le sue genti ospitali e pacate, la storia dell’ultimo secolo intrecciata con le storie dei personaggi di queste terre. Sono veri e propri “appunti dal Sud del Mondo”, dove le avventure fanno parte dell’eccezionale quotidianità . Appunti che Luis Sepúlveda annota e intreccia per poi raccontare ognuna di queste storie in Patagonia Express, dando così un volto al vecchio Eznaola, che naviga senza sosta per i canali cercando un vascello fantasma; ai gauchos che ogni anno organizzano il “campionato di bugie” della Patagonia; all’aviatore Palacios ed allo scienziato Kucimavic, trasformatosi in Patagonia nel vecchio falegname Carlitos; a Butch Cassidy e Sundance Kid… fino al «più grande scrittore cileno, e uno dei più importanti autori di romanzi d’avventura di tutti i tempi», Francisco Coloane.
Ognuna di queste storie dipinge esperienze estreme e personaggi decisi, che riflettono le caratteristiche dei luoghi da cui hanno avuto origine.
Tutto ha inizio in un caffè di Barcellona, dove si incontrano Luis Sepúlveda e Bruce Chatwin; tra battute taglienti e silenziosa complicità , danno vita ad un progetto particolarmente ambizioso: un viaggio in Patagonia, sulle orme dei “due gringos” Butch Cassidy e Sundance Kid. Molti anni dopo, Luis Sepúlveda parte da solo alla volta della Patagonia, invocando spesso l’amico Bruce durante il viaggio. Il suo è anche un percorso alla riscoperta delle proprie origini, in un ritorno alla propria terra tra incontri speciali e luoghi straordinari. Un viaggio circolare, dall’incontro con Bruce Chatwin che lo aveva preceduto nell’esperienza in Patagonia, a quello finale a Santiago del Cile con il suo maestro Coloane, che gli aveva indicato il cammino di scrittore e viaggiatore, a cui dedica le ultime pagine della sua Moleskine:
Lessi i suoi formidabili libri di racconti e i suoi romanzi quand’ero bambino, e dalla loro lettura nacque il desiderio di viaggiare, di essere una specie di nomade, il prurito alla pianta dei piedi che mi spinge a vedere che diavolo si nasconde dietro l’orizzonte, a sapere come vivono, sentono, amano, odiano, mangiano e bevono, le genti di altre terre.
Da quando sono stata in Patagonia ogni tanto mi piace “tornarci” con qualche lettura… d’altra parte è stato un viaggio così intenso che ha bisogno di essere rivissuto <3
Purtroppo non sono arrivata fino al “Profondo Sud” e alla Patagonia, ma sarà una delle prossime mete. Sono posti speciali! 😉