Quest’anno, in cerca di vacanze belle ma economiche, ho puntato alla Croazia come meta privilegiata, in particolar modo all’Istria, terra meravigliosa e ricca di luoghi da scoprire. L’Istria è un posto davvero particolare: così vicino a noi, sia geograficamente sia per la storia che ci ha uniti e divisi in passato, ma allo stesso tempo così lontana… la cultura, le tradizioni e persino la fisionomia delle persone sono, in alcuni tratti, davvero diverse dalle nostre. Ecco allora che una breve vacanza può diventare l’occasione per scoprire “i vicini di casaâ€. Proprio a questo proposito mi torna utile uno stralcio de “L’infinito viaggiare†di Claudio Magris (uscito, tra l’altro, a sorpresa alla maturità di quest’anno), per lasciar capire meglio cosa intendo:
«Quando ero un bambino e andavo a passeggiare sul Carso, a Trieste, la frontiera che vedevo, vicinissima, era invalicabile, – almeno sino alla rottura fra Tito e Stalin e alla normalizzazione dei rapporti fra Italia e Jugoslavia – perché era la Cortina di Ferro,
che divideva il mondo in due. Dietro quella frontiera c’erano insieme l’ignoto e il noto. L’ignoto, perché là cominciava l’inaccessibile, sconosciuto, minaccioso impero di Stalin, il mondo dell’Est, così spesso ignorato, temuto e disprezzato. Il noto, perché quelle terre, annesse dalla Jugoslavia alla fine della guerra, avevano fatto parte dell’Italia; ci ero stato più volte, erano un elemento della mia esistenza. Una stessa realtà era insieme misteriosa e familiare; quando ci sono tornato per la prima volta, è stato contemporaneamente un viaggio nel noto e nell’ignoto. Ogni viaggio implica, più o meno, una consimile esperienza: qualcuno o qualcosa che sembrava vicino e ben conosciuto si rivela straniero e indecifrabile, oppure un individuo, un paesaggio, una cultura che ritenevamo diversi e alieni si mostrano affini e parenti. Alle genti di una riva quelle della riva opposta sembrano spesso barbare, pericolose e piene di pregiudizi nei confronti di chi vive sull’altra sponda. Ma se ci si mette a girare su e giù per un ponte, mescolandosi alle persone che vi transitano e andando da una riva all’altra fino a non sapere più bene da quale parte o in quale paese si sia, si ritrova la benevolenza per se stessi e il piacere del mondo.»
L’Istria si è rivelata anche per me una realtà misteriosa e familiare assieme, con tratti che riconoscevo “di casa†ed altri completamente diversi, ma interessanti. In parte ciò è sicuramente dovuto alla storia di questa terra: un susseguirsi di domini diversi che hanno forgiato questi luoghi con lingue, culture e costumi differenti; in particolare la città di Pola, sulla punta dell’Istria, per la sua posizione strategica fu sempre molto ambita e, conseguentemente, conquistata. Dal 1150 sotto la supremazia veneziana, Pola si sottomise ai traguardi economici e politici della Serenissima; durante il XIV, XV e XVI secolo venne attaccata e conquistata dai genovesi, dall’esercito croato-ungarico e da quello asburgico. Nella II guerra mondiale Pola, città antifascista, organizzò la sua battaglia per la libertà , e con la fine della guerra e la liberazione dall’occupazione tedesca, fino al 1947 fu sotto l’ amministrazione angloamericana. Con l’unione dell’Istria alla Croazia (e di conseguenza alla Jugoslavia), ci fu un altro esodo della popolazione italiana autoctona insoddisfatta; la città di Pola venne ripopolata da slavi ed il nome venne cambiato in Pula. Dal 1991, dopo la dissoluzione dello stato jugoslavo, l’Istria è entrata a far parte della Repubblica croata. Le famiglie degli italiani rimasti a Pula hanno dato vita al “Circolo Italiano†nel centro storico cittadino, tuttora vivo.
Ed è proprio nei pressi di Pula, a Medulin, che ho soggiornato: un borgo turistico con svariati chilometri di costa, sabbiosa e non, ed un mare meraviglioso. Nelle vicinanze sorgono piccoli borghi di pescatori, tutti caratterizzati da una natura incontaminata, da un mare pulito e dal turismo incalzante.
A Medulin, oltre alla caratteristica chiesa a due campanili, c’era poco da visitare, a dispetto del suo passato culturale; così le gite serali nella vicinissima Pula si sono trasformate anche in interessanti occasioni culturali: Pula, con la sua lunga storia, è ricca di splendidi monumenti, a partire dalla sua Arena, eretta nel I secolo sotto l’imperatore Vespasiano. Da li, attraversando i bei Giardini, si giunge rapidamente in centro, per vedere altre perle come il Forum, la piazza centrale della Pola antica e medievale in cui un tempo sorgevano i templi; si è completamente conservato il Tempio di Augusto, costruito tra il 2 a.C. ed il 14 d.C. Dalla piazza si può percorrere la via Sergia, la strada principale che porta all’Arco dei Sergi, chiamata anche Porta Aurea. Su una collina, al centro della città , sorgono il Castello, ora sede museale cittadina, ed il teatro romano.
Cinque giorni sono pochi per vedere bene l’Istria, ma bastano per curiosare alcune delle località più pittoresche: la strada che percorre la costa è rapida e permette di giungere a Rovigno, piccola perla peninsulare dell’Adriatico sovrastata dalla collegiata di S. Eufemia, eretta nel 1654 sul modello del campanile veneziano di San Marco.
Se si preferisce l’autostrada, in poco più di mezz’ora si attraversa tutta l’Istria, da Pola fino ad Umago. Per sfruttare il tempo recuperato con la “retta viaâ€, al ritorno si può fare sosta a Capodistria, unica città slovena sul mar Adriatico: anche Koper ha una storia millenaria dovuta alla sua posizione strategica, ed è un concentrato di piccole bellezze artistiche come Piazza Tito ed il Duomo con le Pale di Carpaccio, pittore veneziano vissuto a Capodistria nel XVI secolo.
Olio e pesce fresco, così come la cucina istriana, hanno reso la mia vacanza davvero gustosa, ma consiglio anche di entrare nelle Pekara, le panetterie croate e slovene: sfornano continuamente leccornie dolci e salate a cui non si riesce a resistere… ed in più lo street food è alla moda! Per ora si paga ancora in kune, la valuta locale, ma non passerà molto prima che anche la Croazia, dal 1 luglio 2013 ventottesimo membro dell’Unione Europea, si converta alla moneta unica.
Questo articolo è stato pubblicato su Società dei Viaggiatori.