Proprio l’altro giorno Facebook mi ha ricordato che, ormai 7 anni fa (sì, sette!), avevo definitivamente scelto la mia destinazione solidale. Stavo frequentando da circa un mese il percorso “Giovani Solidali”, ed avevo capito che la mia meta sarebbe stata il Brasile, le favelas di Belo Horizonte e la Casa de acolhida Novella, un centro di accoglienza per minori in situazioni di disagio.
Oggi, su quei banchi di scuola e di vita del corso c’è Giorgia, mia sorella, che sta definendo la sua meta, la destinazione in cui metterà piede per la prima volta e che le lascerà per sempre un’impronta nel cuore. Perché “Giovani Solidali” è un percorso speciale, che fa capire quanto siamo piccoli nel mondo ma anche quanto, nel nostro piccolo, possiamo e dobbiamo fare per cambiare le cose.
“Giovani Solidali” è un’iniziativa nata grazie alla collaborazione del Comune di Rovereto (TN), la Comunità della Vallagarina, l’Assessorato alla Cooperazione allo Sviluppo della Provincia Autonoma di Trento ed il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale di Trento e si rivolge ai giovani residenti a Rovereto o nei Comuni della Vallagarina di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Il percorso è strutturato in 4 tappe, che comprendono la formazione d’aula con l’approfondimento di tematiche della cooperazione internazionale, gli incontri con le associazioni locali promotrici di progetti all’estero, l’esperienza sul campo di circa 20 giorni in piccoli gruppi ed infine la promozione di iniziative di sensibilizzazione sul territorio trentino. Giunto quest’anno alla decima edizione, “Giovani Solidali” ha permesso a più di 150 ragazzi di vivere esperienze di volontariato presso le associazioni trentine che operano in America Latina, Africa, Asia ed Europa dell’Est.
Giovani Solidali non nasce come un corso “nozionistico†sulla cooperazione allo sviluppo, bensì come un viaggio in parte intrapreso in aula ed in parte reale, “sul campoâ€.
Durante il percorso ci si interroga sul cambiamento e sulla complessità che caratterizzano il mondo odierno, sulle interconnessioni e relazioni che ci legano ad altre persone, ad altre culture e ad altri mondi. Grazie all’esperienza del viaggio si può vedere e vivere in prima persona il volontariato e la solidarietà , nel senso concreto del termine, e si inizia a maturare sensibilità ed a percepire bisogni che non ci si immaginava nemmeno di poter provare.
Lo so cosa si pensa quando si legge di queste iniziative ed è vero, non serve andare tanto lontano per essere solidali: ormai attorno a noi ci sono tante voci di aiuto, non è nemmeno necessario tendere l’orecchio per sentirle gridare forte. Ma questo non è solo un percorso per fare solidarietà . Anzi, di solidarietà in quelle tre settimane di esperienza diretta se ne fa ben poca: sul campo si osserva, si ascolta, si impara, e qualche volta ci si mette anche alla prova. Ma non sono di certo quei venti giorni a cambiare le cose nella realtà locale: quello che cambia è il protagonista, il giovane che sta visitando quella realtà e che giorno dopo giorno, ora dopo ora matura dentro di sé preziose consapevolezze. “Giovani Solidali” infatti rappresenta una prima spinta all’attivazione del volontariato e della sensibilità ai temi della mondialità , con la speranza di offrire ai partecipanti spazi di riflessione e di relazione che permettano loro di creare un gruppo reale impegnato successivamente sul territorio.
Una volta rientrati, ci si confronta nuovamente su quanto si è visto e vissuto e si condivide anche con la popolazione locale, durante serate informative, quanto c’è di buono nel mondo e come si può sostenere queste realtà . Poi sta alla creatività dei giovani trovare e creare occasioni per fare ancora del bene e continuare a cooperare con queste realtà , anche semplicemente raccogliendo fondi. Un’iniziativa che da anni sostiene progetti che hanno fatto parte anche di “Giovani Solidali” è il Kanga Dei, una festa roveretana in cui tra cene africane e musica dal vivo si raccolgono fondi per iniziative solidali in Burundi.
Come avrete capito, si tratta di un’occasione unica per aprire gli occhi, mettersi in gioco e scoprire il variegato mondo della solidarietà . A chi può fare quest’esperienza perché risiede a Rovereto io consiglio vivamente di provarci; a chi invece non ha quest’opportunità dico: guardati intorno, chiedi allo sportello giovani del tuo Comune o della Provincia, domanda e sii pronto a metterti in gioco. Le possibilità di fare del bene esistono ovunque, ma il coraggio e la voglia di provarci devi trovarli dentro di te.
bella iniziativa
Eh sì, davvero bella 🙂