Io viaggio da sola: non è solo un’affermazione da ripetere se si è abituate a spostarsi anche senza compagni di viaggio, ma è il titolo fiero del manuale di Maria Perosino. Questo libro è una simpatica guida spirituale ricca di consigli pratici ed esistenziali per tutte le donne che vogliono viaggiare con se stesse, senza dover per forza motivare il fatto di non avere o volere compagnia.
Viaggiare da sole è stranamente bello, ma bisogna un po’ imparare a farlo.
Nelle 144 pagine di “Io viaggio da sola” Maria Perosino racconta con intelligenza ed ironia attraverso le proprie esperienze cosa significa affrontare il viaggio senza compagni o amici. Dagli stereotipi più classici ai possibili commenti della famiglia o degli amici, dalle abitudini quotidiane ai comportamenti più o meno velati delle persone con cui si ha a che fare nel corso di un viaggio, la scrittrice ci fa sorridere con le sue esperienze e fa riflettere narrando diversi episodi. Pagina dopo pagina, ci aiuta a capire che non bisogna sentirsi tristi se si mangia da sole al ristorante, se si devono affrontare situazioni quotidiane come lo spostamento della valigia o la scelta degli alloggi e dei mezzi di trasporto, o ancora se si prende un aperitivo in solitaria sulla terrazza di un bar di Istanbul guardando il Bosforo. Perché l’unica cosa triste sarebbe non fare affatto una di queste esperienze.
Dunque la prima regola è questa: siate curiose, perché viaggiare è davvero un modo per allargare il proprio sguardo, ma non barate con voi stesse nello scegliere cosa v’incuriosisce, e soprattutto non impedite al caso d’incuriosirvi.
Con l’energia che la contraddistingue, la Perosino ci fa apprezzare la bellezza di viaggiare da sole, con alcuni consigli pratici da seguire per farlo al meglio. Viaggiare da sole non significa affatto essere sole: permette di prendere decisioni differenti, di fare scelte legate solamente ai propri bisogni, di regolare il tempo sulle proprie esigenze e desideri. E ancora, un viaggio in compagnia di se stesse amplifica i sensi e li stuzzica, e fa percepire ogni evento con una sensibilità maggiore.
Tra una riga e l’altra, viene voglia di preparare una borsa (o meglio, un trolley) e partire, preoccupandosi di aprire delle porte e non di chiudere casa.
Forte di una certezza che non ho mai sentito il bisogno di rinegoziare, ho vissuto, e viaggiato, senza mai pensare che ci fossero delle cose che in quanto donna non potevo fare, o non avrei dovuto fare. E non ho mai sentito neanche il bisogno di dimostrarlo: è stato semplicemente, naturalmente, così.
Le recensioni hanno descritto “Io viaggio da sola” come “un corso di autostima, un racconto divertente, un diario involontario, un manuale intemperante”: per me questo libro è stato un simpatico compagno di viaggio, perché si può viaggiare da sole anche accompagnate da un bel racconto.
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Sai Chiara che questo libro è nella mia wishlist da troppo tempo? Me l’hanno consigliato in molti e ancora lo devo leggere! Mi hai ricordato che lo devo subito cercare in biblioteca e leggerlo 🙂
Ciao Katja! È una lettura piacevole, ne vale la pena 🙂