È un viaggio in sella alla Poderosa assieme al Che e ad Alberto, quello che si fa attraverso l’America Latina leggendo questo libro. “Latinoamericana. I diari della motocicletta” è il diario di viaggio di Ernesto Guevara de la Serna, che nel dicembre 1951 parte assieme all’amico e compagno di università Alberto Granado a bordo di una sgangherata motocicletta, la “Poderosaâ€, per attraversare l’America Latina alla ricerca di avventure. Ed è proprio un’avventura dopo l’altra a trasformare sette mesi di viaggio in un’esperienza che li fa crescere, tra incontri, vicende ed idee per mettere sempre qualcosa sotto ai denti ed un tetto sopra alla testa.
Quel vagare senza meta per la nostra ‘Maiuscola America’ mi ha cambiato più di quanto credessi.
Il futuro “comandante Che Guevara”, ora studente ventenne, descrive il suo viaggio tra appunti e riflessioni con uno sguardo fresco ma critico, maturando dentro sé il desiderio di contribuire a realizzare un mondo più equo. Tappa dopo tappa, dipinge i mille volti dell’America Latina, la miseria degli Indios e la bellezza del paesaggio. I due attraversano Argentina, Cile, Perù, Colombia e Venezuela, prima in sella alla mitica Poderosa, poi a piedi, in autostop e con qualunque mezzo di fortuna.
Lì abbiamo capito che la nostra vocazione, la vera vocazione, era viaggiare in eterno per le strade e i mari del mondo. Eternamente curiosi; osservando tutto ciò che potesse comparire davanti alla vista. Annusando ogni angolo, ma sempre con discrezione, senza piantare radici in nessuna terra, né fermandoci a studiare il substrato di qualcosa; la periferia ci bastava.
Mentre ogni genere di argomenti sentimentali che il mare è solito ispirare sfilava nelle nostre conversazioni, le luci di Antofagasta cominciarono a brillare in lontananza, verso nordest. Era la fine della nostra avventura come clandestini o, per lo meno, la fine di questa avventura, dato che la nave sarebbe rientrata a ValparaÃso.
Questo diario di viaggio ha contribuito a fare del Che un’icona del viaggiatore spensierato in sella ad una moto, con la libertà del vagabondare senza preoccupazioni. In tanti hanno reso omaggio alla sua filosofia con testi e canzoni, tra cui i Modena City Ramblers e la loro Transamerika, che mi piace riportare qui come colonna sonora da ascoltare mentre si inizia ad assaporare il libro, sfogliando la copertina.
Ma a noi piace ripensare alla tua voglia di partire
Alla moto caricata all’impossibile
Agli scherzi di Alberto e alla sete di avventure
È un bel modo per dire libertÃ
(…)
Addio, dormi tranquillo
Perché non finisce qui
L’avventura è ripartita
Resta intatta l’ultima idea
E da qualche parte del mondo
C’è qualcuno come te
Che prepara un nuovo viaggio
Transamerika!
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