Giornata uggiosa questa appena trascorsa, ma sono piuttosto allegra: finalmente i miei genitori sono venuti a vedere dove mi sono sistemata in quel di Venezia. Seguo il consiglio di un amico veneziano, e ci dirigiamo nella zona del Ghetto ebraico per un buon pranzo tipico fuori dalla zona assediata dai turisti. Il Ghetto offre scorci magnifici e panorami di una Venezia autentica.
Si passeggia tranquilli lungo le fondamenta Ormesini e della Misericordia: questa giornata ha proprio l’aria di una domenica familiare. Lo stomaco brontola, e queste fondamenta brulicano di osterie; ci infiliamo all’osteria “Al Marinerâ€, un piccolo locale in cui il pesce regna sovrano.
Non faccio in tempo ad entrare che l’odore del fritto si è già impossessato dei miei vestiti: vorrà dire che questo piatto dev’essere assaggiato! Detto, fatto: appena il fritto misto viene servito a mia madre (la legittima proprietaria), faccio miei un gambero ed un anello di totano pastellati. La mia gola finisce per farmi scegliere un bis di baccalà , in umido e mantecato, servito con polenta, mentre mio padre opta per una versione al nero di seppia, altrettanto gustosa. Vino bianco della casa ed un tiramisù da dividere con la mamma, giusto per sentirsi meno in colpa: del resto, anche questo dolce è un piatto tipico veneto, e come non assaggiare una delle tradizioni locali? Il prezzo è moderato, e ce ne usciamo sazi e soddisfatti.
Per aiutare la digestione, facciamo quattro passi lungo Strada Nuova ed un giretto tra le calli. I ricordi di me bambina per mano tra loro due sono sfocati, e le foto di noi tre si sovrappongono inevitabilmente alla memoria. La mamma è affascinata dalla città come se fosse la prima volta, ed il tempo sembra tornare indietro di vent’anni. Sulla via del ritorno verso la stazione il sole fa capolino tra una nuvola e l’altra, ed io assaporo e mi gusto le sensazioni di una domenica in famiglia, questa volta itinerante.