“Le Belle Addormentate“: no, non è una fiaba che ci riporta indietro nel tempo… o forse sì. Le Belle Addormentate protagoniste di questo libro sono i borghi abbandonati d’Italia, quelli che costellano tutta la nostra Penisola da nord a sud, frammenti di storia sperduti nel paesaggio. Sono tanti, tantissimi, i borghi italiani che nel corso degli ultimi secoli sono stati abbandonati a causa di eventi naturali, di particolari vicende o per motivi a volte apparentemente assurdi. Antonio Mocciola, giornalista e narratore, ha visitato centinaia di borghi e di cittadine prima di selezionarne 82 e raccontarli in questo libro, che funge anche da guida: per ogni tappa infatti è indicata la via per raggiungerla, anche se non tutte sono facilmente agibili o praticabili.
La guida va letteralmente “alla riscoperta di un’Italia dimenticata“, raccontando le storie, gli avvenimenti e gli abbandoni di questi splendidi borghi, dando loro voce, perché queste città in realtà parlano da sole. I loro silenzi sono solo apparenti. Anche Fabio Bitonto dà spazio ai borghi dimenticati, grazie al progetto “Paesi Fantasma” che potete trovare in questo sito.
Nessuna guida suggerisce questi luoghi, perché spesso oltre alle difficoltà d’accesso vi sono vere e proprie ordinanze che vietano di visitarli. Ma questo non vale per tutte le città fantasma: alcune sono state il set di importanti film, altre stanno rinascendo grazie a varie iniziative. Ci si appassiona al tour di Mocciola lungo l’Italia dimenticata, ci si incuriosisce, si soffre per la perdita di questi villaggi (io mi sono commossa nel capitolo dedicato al centro storico de L’Aquila).
Nell’introduzione l’autore racconta:
Le ho viste tutte, le mie belle addormentate. Le ho viste spegnersi lentamente, oppure già rassegnate, o anche orgogliose e vive dibattersi come pesci nella rete. L’Italia abbandonata è il rovescio della medaglia, una cartina turistica letta al contrario. Non è solo montagna, dissanguata dalla natalità zero e dall’emigrazione. È anche pianura, o persino isole. È l’Italia perduta, messa ai margini della storia, punita dalle istituzioni, occultata dai navigatori satellitari, non coperta dalla rete dei cellulari, ignorata dal Wi-Fi. […] È di questo Belpaese estinto che voglio tornare a parlare, perché le città -fantasma sono tante cose: un saggetto antropologico, una bizzarra guida turistica, un cahier de doleances, un atto d’amore. […] E questi borghi abbandonati, dai nomi demodé e improbabili, ci appartengono, parlano di noi, della nostra storia, del nostro futuro.
Io ho scoperto questo libro, che vi consiglio caldamente, durante una bellissima serata di presentazione organizzata dal caro libraio Luigi Licci (di lui e della sua meravigliosa libreria di viaggi ne parla la mia amica Martina qui) all’Opificio dei Sensi, una struttura accogliente con ristorante alternativo ed una sala conferenze con i sedili dei cinema di una volta. Una serata davvero piacevole: tenete d’occhio il calendario dell’Opificio, gli eventi sono molto interessanti e Luigi ha sempre in serbo qualche serata diversa.
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Purtroppo, per una serie di motivi, non sono riuscita a partecipare a questo evento e agli altri organizzati dalla libreria, ma spero di poterlo fare in futuro 🙂
Grazie per avermi citata, un bacione <3
La prossima volta magari ci troviamo ad un evento della libreria Gulliver! 😉
Un abbraccio, cara <3
Non conoscevo questo libro ma in copertina vedo il borgo antico di Maratea, e qui in BAsilicata abbiamo tanti borghi fantasma… Mi sa che mi toccherà acquistarlo. Grazie della segnalazione 🙂
Non solo in Basilicata, ma in tutta Italia esistono tanti borghi bellissimi e purtroppo abbandonati a se stessi… in fondo acquistare questo libro è un modo per ricordare e far rivivere questi borghi e le loro storie uniche. 🙂
Da lucana mi ha emozionato riconoscere un pezzetto di Basilicata in copertina… 🙂
Ci credo! 😀
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Grazie! 🙂